“L'insieme delle dottrine esoteriche e mistiche dell'ebraismo, concernenti l'interpretazione simbolica del senso segreto della Bibbia, trasmesso attraverso un'ininterrotta tradizione iniziatica”. Cosi recita il dizionario.
Fino a qualche decennio fa, la conoscenza della Cabalà era infatti posseduta da pochi maestri illuminati e veniva rivelata, solo a voce, a pochi eletti discepoli. Pur essendo profondamente ebraici nella loro matrice gli insegnamenti della cabalà parlano oggi un linguaggio universale compatibile con altre religioni e soprattutto con le più avanzate conoscenze scientifiche in particolare con quelle della fisica quantistica. Non e’ casuale che queste conoscenze si stiano aprendo, praticamente a tutti, dopo secoli e secoli di totale riserbo. Ciò rientra perfettamente nell’ottica di quanto sta accadendo anche con altre discipline. Secondo la Cabalà l’umanita è infatti alle soglie dell’era messianica. Come furono 6 i giorni della creazione, così saranno 6000 gli anni dell’ umanità. Questo è il significato della famosa era dell’Acquario, corrispondente alla lettera ebraica tzadi, che significa Maestro, Rabbi, il nome con cui i discepoli chiamavano Gesù.
Essa ci insegna inoltre che gli archetipi biblici sono ancora attivi in noi e che non sono lettera morta come la parola italiana Testamento farebbe pensare, ma anche ad armonizzare le componenti fondamentali della creazione: il maschile e il femminile in ogni suo aspetto e a vedere oltre la polarità delle manifestazioni ricordandoci della radice unica da cui tutto deriva. Per far ciò è necessario trascendere la logica razionale, governata dall’emisfero sinistro del cervello e accettare una comprensione intuitiva, cioè legata alla dimensione della fantasia e del sogno, indotta dall’emisfero destro. Si tratta quindi di mettersi in una condizione di ricezione, che è anche uno dei significati della parola stessa, per comprendere gli infiniti cablaggi (parola che deriva appunto da cabala) che tale esperienza rende possibili su vari piani della realtà fisica e spirituale. In altre parole, lasciare che accada (geschehen lassen) come diceva Jung.
Nella mistica ebraica le esperienze sonno-sogno-profezia sono strettamente legate. Non a caso che lo stesso Freud che per primo indagò la dimensione del sogno e dell’inconscio (lato ombra da illuminare) fosse di origine ebraica anche se dichiaratamente laico.
Per ricollegare il tutto al presente e alla fisica quantistica, vorrei ricordare la dimensione del mistero, cuore della Cabalà, lasciando la parola ad Albert Einstein: “Quella del mistero e’ la più straordinaria delle esperienze che ci sia dato di vivere e che si trova al centro della vera arte e della vera scienza. Chi non prova meraviglia per il mistero e’ come una candela che non fa più luce”.