Dal nulla al grembo
1. parte
All’inizio … questo è l’incipit della Bibbia che nell’originale ebraico è formato dalla preposizione be (in questo caso al in italiano) e dalla parola reshit, che indica sì un inizio, ma non in senso temporale per il quale esiste un altro termine.
Ma la Genesi inizia invece con questo un sostantivo femminile e la ragione, secondo Friedrich Weinreb è la seguente:
In uno spazio primordiale, un “Nulla” incomprensibile alla mente umana, contrapposto al nostro mondo terreno dell’essere-percepire, si manifesta dunque questo “inizio”, il primo movimento verso il divenire del nostro mondo.
É un seme d’amore che viene espulso da questo spazio primordiale. Reshit è un punto adimensionale che appartiene ancora all’”aldilà”, inteso non come vita dopo la morte bensì come dimensione trascendentale che tuttavia è già un divenire del mondo.
Tutto avviene ancora nell’immanifesto. Questo punto viene chiamato dai cabalisti la saggezza celeste che pre-esiste. Attorno a questo punto adimensionale Dio crea un “involcruo”, come una tenda attorno a un tesoro prezioso. Come fa la terra che ricopre e contiene il seme e come fa il grembo femminile che analogamente accoglie il seme. Secondo questo schema l’immanenza/il visibile serve sempre a custodire e preservare il segreto del trascendente/invisibile.
Nella mistica ebraica l’immanente è il maschile (il seme) e l’involcruo è il femminile (il grembo).
./. continua nella 2. parte