La lettera peh (פ) la 5. tra le 7 lettere doppie significa "bocca" e rimanda all'utilizzo più elevato di questo organo ovvero il parlare (funzione che distingue l'essere umano, o meglio il parlante dagli altri regni) e ancora più in alto il cantare (funzione primaria elle schiere angeliche che costantemente intonano le lodi di Dio.) Del resto se si considera che, come racontato nella Genesi, l'intero universo viene creato con la parola, si comprende l'importanza del messaggio di questa lettera. Può invitarci sia a parlare - quando sono parole che vengono dal cuore o che ci permettono di toglierci un peso dal cuore - ma anche a tacere quando le parole che stiamo per pronunciare sono "vane" e sciocche e con questo si intende ogni forma di pettegolezzo che non è mai un parlare bene (benedire) l'altro. Ma anche nascondersi dietro a un silenzio può essere "sbagliato". Questo è un classico esempio di paradosso squisitamente cabalistico: può essere bene e male allo stesso tempo, sia parlare che tacere. Non è facile, chi ha mai detto che lo sia. Ciò che però è evidente è l'attenzione che va data alla parola che può creare e distruggere con egual forza. Il valore numerico della peh è 80, gli anni di Mosè quando ricevette la chiamata a guidare gli ebrei verso la libertà, lui che era balbuziente ma che era l'unico a parlare "bocca a bocca con Dio."