Sicuramente non è la peste, ma questo nuovo componente della numerosa famiglia dei coronavirus, è (o viene vissuto) come una moderna pestilenza o meglio "piaga" per usare un termine biblico visto che l'approccio che propongo non ha, ovviamente, alcun carattere scientifico, bensì mitologico in senso lato e cabalistico nello specifico.
Il punto di partenza è la constatazione che in ebraico biblico le parole per peste, parola, parlare, cosa e grandine hanno in comune la ghematria 206, (vedi l'immagine) ma non solo, perché sono sempre le stesse tre consonanti, (dalet=4, bet=2, resh=200) diversamente vocalizzate o permutate (ovvero scambiate di posto).
Come sempre quando più termini condividono lo stesso valore numerico significa che sono collegati da un invisibile filo, spesso paradossale, che lo studente di Cabalà (chi mai può realmente definirsi cabalista ?) impara, prima a intuire, e poi vedere chiaramente. A questo proposito va qui assolutamente aggiunto (nell'immagine non è colpevolmente riportato) che anche il verbo vedere, in ebraico reè (resh-aleph-he) vale 206: In questo caso i fattori cambiano (200+1+5) ma non la somma che resta appunto 206.
Quale può dunque essere questo fil rouge, invisibile all'occhio profano? Partiamo dalla similitudine pestilenza/piaga: l'immagine biblica che immediatamente salta all'occhio è quella delle piaghe d'Egitto. Metafora, come sempre accade nella Bibbia che non narra eventi storici, di altre piaghe interiori (dell'anima), come le chiama la grande Annick de Souzenelle nel suo testo L'Egitto Interiore. La peste è la 5. e la grandine la 7. tra le 10 piaghe.
Riassumendo si può dire che la prima, la peste che uccide il bestiame degli Egiziani, è la punizione per l'essere umano che "cosifica" se stesso, che rinnegando l'anima e la sua voce si riduce a un corpo che deve "funzionare". Egiziano ed ebreo, nel linguaggio simbolico, sono parole-codice che semplificando stanno per vecchio e nuovo. L' essere umano costretto nella materia e l'essere umano alla ricerca di se, della liberazione che avverrà con la Pasqua, il "salto" che fa affogare i cavalli degli Egiziani nel Mar Rosso lasciando che gli "ebrei" lo attraversino indenni. L'altro virus, tanto per utilizzare un sinonimo attuale è la grandine. La manifestazione del D/ivino, nei profeti e nei salmi, è spesso accompagnata da eventi atmosferici come nel Salmo 148"...fuoco e grandine, neve e nebbia, venti impetuosi, che portate a compimento il suo Verbo" (la sua parola).
Non resta che l'equivalenza numerica con il termine vedere, che vorrei lasciare aperto alla libera interpretazione di ognuno. Forse, è arrivato il momento di "aprire gli occhi" ?