Di che sentieri parli? Sono i 32 sentieri che partono dal cuore e salgono lungo l’Albero della Vita per riportarci nel Giardino dell’Eden, inteso come condizione di perfetta unità. Uno dei pensieri conduttori nella Cabalà, la sapienza esoterica di matrice ebraica, è che l’essere umano porti ancora in sé una traccia, seppur pallida, della dimensione eterna posseduta da Adamo e che il compito principale della vita sia di riportare alla luce e attivare quelle potenzialità. Gli strumenti principali per farlo sono le Otiot, le 22 lettere dell’alfabeto ebraico, veri e propri “indicatori stradali” disposti sui sentieri che collegano tra loro le 10 sephirot dell’Albero. La mistica ebraica insegna che le lettere sono lo strumento utilizzato dall’Eterno per creare l’universo e che quindi ancora possiedono qualità soprannaturali che permettono di convogliare l’impulso creativo originario nel reale. Pico della Mirandola, insigne umanista, tra i primi cabalisti cristiani, riteneva indispensabile conoscere le lettere dell’aleph-beit, per parlare la lingua degli Angeli e comprenderne la funzione codificata nel loro nome. Oggi la Cabalà, pur continuando a trarre linfa dalle radici più antiche, è sempre più vicina alla scienza, specie alla fisica quantistica. Le lettere-numeri consentono di fare delle vere e proprie “equazioni spirituali” che per analogia spiegano la realtà su tutti i piani, da quello fisico a quello spirituale, con principi che trascendono la vecchia logica matematica. Lo scienziato inizia oggi ad accettare l’idea dell’irrazionalità dei numeri o come dicono i cabalisti che una cosa sia questo ma anche quello, dunque il paradosso. Ciò impone che la parte razionale del cervello venga messa in parte a tacere per far emergere l’emisfero femminile dell’intuizione che appartiene alla dimensione del mistero. E’ giunto ora il tempo dell’intelligenza del cuore per aprire le porte sull’infinito dentro e fuori di noi con l’aiuto degli Angeli.
Venerdì, 11 maggio – h. 20.30
Akasha
Viale Spezzoli, 27 Forlì